Ogni tipo di contratto, compreso quello di locazione degli immobili, è soggetto al cosiddetto adeguamento Istat. Si tratta in pratica di un calcolo che viene fatto ogni anno dall’istituto nazionale delle statistiche, per verificare i cambiamenti sul costo della vita.

L’affitto incide sul calcolo Istat

Essendo un dato che riguarda tutti i campi relativi al costo della vita, l’adeguamento Istat va a considerare anche l’ambito della locazione e degli affitti, oltre a quello degli altri costi come quello dei medicinali, dei generi alimentari e di altri prodotti di consumo.

Tale adeguamento dunque è relativo a tutti i beni che sono tassati da leggi e decreti previsti dai governi in carica nel corso delle varie legislature. Ogni manovra finanziaria, in pratica, può incidere sui costi della vita e dunque portare ad un nuovo adeguamento Istat, a discapito del consumatore che vede così aumentare il prezzo dei beni tassati.

Contratti di locazione e adeguamento

Nei contratti di affitto, l’adeguamento Istat incide in maniera significativa: è un indice che al momento della stipula del contratto deve essere preso in forte considerazione, poiché va addizionato al canone mensile e dunque partecipa a determinare il valore dell’affitto da pagare al padrone di casa.

Quando un canone di affitto è di tipo concordato, la cifra è presente come richiesta retroattiva, mentre nei contratti di tipo libero viene considerato come un aumento automatico cui deve far fronte l’inquilino che ha affittato casa.

Il proprietario deve necessariamente dichiarare quando è previsto l’aumento del canone di locazione, in modo che l’inquilino in affitto sappia rendersi conto delle spese previste presenti e future.

Il canone di locazione commerciale

L’aumento del canone di locazione dovuto all’adeguamento Istat non può per legge aumentare ogni anno di una cifra che superi il 75% dell’indice FOI utilizzato per calcolarne il valore. Qualora il contratto di affitto non riporti il dato in questione, può essere considerato a tutti gli effetti nullo.

Gli aumenti del canone mensile possono essere superiori a quelli previsti dagli obblighi di legge, ma solo se giustificati da determinate situazione. Stesso discorso per i contratti che hanno una durata maggiore rispetto a quella prevista dai termini del contratto libero, che possono dunque avere una maggiorazione che segue regole diverse e stabilite comunque da entrambi i firmatari del contratto.

Adeguamento Istat per le abitazioni

Nel caso di contratti di immobili destinati ad uso abitativo, e non dunque commerciale, l’adeguamento Istat è abbastanza libero, purchè i termini siano specificati sempre e comunque all’interno del contratto stesso.

L’aumento del canone di affitto di una abitazione può praticamente arrivare a superare anche del 100% il valore dell’indice FOI, anche se di norma ci si aggira sempre intorno allo stesso valore previsto dai locali ad uso commerciale.

Tale aumento può inoltre essere fatto scattare secondo scadenze diverse da quelle annuali: un proprietario di appartamento può dunque calcolare l’adeguamento Istat sulla locazione allo scadere del mese, andando ad utilizzare come riferimento l’inflazione calcolata su quel dato mese.

Iter per il calcolo

adeguamento istatPrima di andare ad effettuare il calcolo, è bene conoscere tutti i parametri che concorrono a determinarne il valore e che servono dunque a comprendere di quanto deve aumentare il canone di locazione.

Innanzitutto bisogna prendere visione della tabella con gli indici Istat necessari: FOI, IPCA e NIC, aggiornati al mese cui bisogna fare riferimento.

Bisogna dunque calcolare un valore medio pari al 75% dell’indice in questione, come specificato precedentemente.

Un altro dato importante è il calcolo dell’imposta di registro aggiornata sempre all’ultimo mese e sottoporre il contratto al regime di cedolare secca.

Bisogna poi procedere effettuando un controllo sulla presenza o meno di ulteriori gradini che vanno a modificare il canone. Inoltre, c’è da considerare se viene effettuato prima o dopo la scadenza annuale del contratto di affitto: in caso infatti c’è da aggiungere il calcolo delle rate sul canone.

A questo punto bisogna procedere con le comunicazioni dell’adeguamento, attraverso l’invio di futuro o avvenuto aggiornamento dell’adeguamento Istat; tale comunicazione va effettuata a mezzo raccomandata A/R.

Programmi per il calcolo

Il web offre numerosi software per effettuare il calcolo dell’adeguamento Istat. L’importante è avere sottomano tutti i dati che abbiamo fornito sopra: per avere sempre sotto mano una tabella in grado di riassumere tutti gli aggiornamenti degli indici Istat, è possibile fare riferimento al sito del SICET.

Gli indici dei prezzi al consumo

IPCA: l’indice in questione è un parametro armonizzato nella comunità europea necessario a calcolare le rivalutazioni monetario;

NIC: indice calcolato per la popolazione italiana a solo livello nazionale;

FOI: indice calcolato al netto dei tabacchi, per le famiglie di operai ed impiegati, che effettua il calcolo della rivalutazione monetaria principalmente per la locazione e affitto immobili.